AUGURI di BUON NATALE

A pochi giorni dalla Solennità del Santo Natale, desidero rivolgere a tutti – dirigenti scolastici, docenti, insegnanti di religione cattolica, alunni e famiglie, personale ausiliario, collaboratori dell’Ufficio diocesano, – il mio augurio, accompagnato dalla gratitudine per l’impegno profuso nell’educare, per la fiducia e la corresponsabilità che legano famiglie e scuola: che tutti possiamo vivere questo Natale all’insegna della Misericordia, nel calore di scelte che scaldano la vita e le nostre relazioni.
Ho letto qualche giorno fa un passo di Alessandro D’Avenia dedicato al presepe che mi ha molto colpito, direi emozionato. Il giovane professore-scrittore scrive:
«I santi hanno sempre risolto plasticamente un problema: saldare umano e divino. Imitatori di Cristo, perfetto Dio e perfetto uomo, riuscirono nella loro vita a ripresentare quell’equilibrio tra cielo e terra, tra spirito e corpo, tra mani e pensieri, che risolvono tutte le crisi umane. Così Francesco, otto secoli fa, inventava il presepe proprio per unire spirito e corpo e fare memoria viva del mistero dell’incarnazione. Dio era venuto in un recinto, presepe vuol dire ciò che ha dinnanzi (prae-) un recinto, siepe (-sepes): la mangiatoia. Dio viene nel Recinto del Mondo, confina il suo infinito ed eterno fino a sfinirlo, per concedere allo spazio e al tempo finiti di superarsi e trascendersi, dalle stelle alla stalla e ritorno. La teologia esistenziale di Francesco rendeva permeabile ai sensi dei suoi contemporanei ciò che dodici secoli prima Dio aveva reso permeabile, una volta per tutte, agli uomini di tutti i tempi, incarnandosi: facendo il presepe, Francesco ripeteva l’iniziativa di Dio, facendo risuonare in un piccolo spazio della sua terra quello che Dio aveva fatto venendo nel piccolo spazio della sua Terra».
Mi piacerebbe che tutti potessimo recuperare lo sguardo di Francesco davanti al presepe, contemplando quell’equilibrio tra cielo e terra, tra corpo e spirito, facendo memoria viva dell’Incarnazione di un Dio che ha scelto di chiamarsi Emmanuele, Dio-con-noi.
Don Lorenzo Celi